Lo Smartworking è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività.
Secondo la definizione di Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano: “Smart Working significa ripensare il telelavoro in un’ottica più intelligente, mettere in discussione i tradizionali vincoli legati a luogo e orario lasciando alle persone maggiore autonomia nel definire le modalità di lavoro a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. Autonomia, ma anche flessibilità, responsabilizzazione, valorizzazione dei talenti e fiducia diventano i principi chiave di questo nuovo approccio.”
La definizione di Smartworking, contenuta inoltre nella Legge n. 81/2017, pone l’accento sulla flessibilità organizzativa, sulla volontarietà delle parti che sottoscrivono l’accordo individuale e sull’utilizzo di strumentazioni che consentano di lavorare da remoto (come ad esempio: pc portatili, tablet e smartphone).
Secondo un’analisi condotta dall’Università di Stanford che ha coinvolto circa 250 persone di 21 imprese, piccole, medie e grandi, lo Smartworking ha un impatto positivo sulla produttività con un aumento fino al 13% della stessa. Questo è dovuto come già anticipato sulla capacità del dipendente di poter conciliare più facilmente famiglia e lavoro, portando ad una diminuzione dello stress da lavoro, ovviamente per una buona riuscita è importante che l’organizzazione manageriale dell’azienda sia pronta e reattiva, devo garantire la possibilità ai dipendenti di avere accesso a documenti aziendali tramite una piattaforma Cloud e a strumenti informatici aziendali.
Ovviamente questa modalità comporta anche dei rischi, legati soprattutto all’isolamento sociale del lavoratore e a volte alla difficolta a separare la vita lavorativa da quelle personale.
Un altro dei rischi del lavoro agile secondo una ricerca portata avanti da NordVPN, nei primi mesi del 2020 riporta che i lavoratori in Smartworking tendono ad aumentare le proprie giornate lavorative fino al 40%. Questo vuol dire che, in una giornata media di 8 ore lavorative, le persone coinvolte nella ricerca lavoravano anche fino a 11 ore, 3 ore in più di quelle solitamente previste.
Il corso proposto mira a fornire contenuti, metodi e strumenti per disegnare una formula efficace, efficiente ed economica, ma soprattutto coerente con le necessità, le dimensioni e le caratteristiche di ogni organizzazione. In particolare, mira ad offrire ad ogni partecipante “una cassetta degli attrezzi” utile a sviluppare soluzioni personalizzate e flessibili. Il tutto Partendo dalle definizioni e dalle 3B dello Smartworking, (Behaviours, comportamenti; Bytes, tecnologie e Bricks, parte fisica), una parte di sicurezza relativa allo Smartworking e una parte legata alle softskills, fra cui la gestione dei feedback e supporto al cambiamento.
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